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Martusciello (Audiradio): “Regole per l’IA e SDK per innovare la misurazione degli ascolti”
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8 Maggio 2025
Antonio Martusciello, presidente Audiradio, parla di futuro, comunicazione e valori comuni. La sua intervista fa parte del progetto “Comunicazione e futuro: il valore di un common ground” lanciato da Marianna Ghirlanda, presidente IAA Italy Chapter, che nell’articolo, che si può leggere qui, spiega perché è utile condividere visioni di protagonisti del mondo della pubblicità. Le prime testimonianze sono state di Lorenzo Sassoli de Bianchi (presidente Auditel); Giovanna Maggioni (presidente Audioutdoor);Massimo Martellini (presidente Audimovie).
Perché è importante l’industria dell’advertising?
“La pubblicità è una delle forme più tipiche di comunicazione persuasiva, in quanto mira a influenzare conoscenze, valutazioni, atteggiamenti e comportamenti in determinate aree dell’attività umana. Essa quale complessa realtà economica, sociale e giuridica al tempo stesso, ha consolidato la propria centralità in relazione alle diverse forme di comunicazione, ponendosi oramai quale strumento di finanziamento privilegiato di tutti i più importanti mass media, dalla radio alla televisione, dai giornali ad Internet.
La radio, come nel caso della televisione e degli altri mezzi di comunicazione di massa, si caratterizza per una struttura economica a due versanti, ossia quello degli ascoltatori e quello degli inserzionisti pubblicitari, da cui deriva la maggior parte dei ricavi del settore.
La principale fonte di finanziamento, l’unica da un punto di vista della contendibilità economica, per le emittenti radiofoniche è rappresentata quindi dalla vendita di spazi pubblicitari agli inserzionisti e, proprio in virtù della suddetta relazione a due versanti, come accade per gli altri mezzi, l’andamento della raccolta pubblicitaria dipende fortemente dagli ascolti del mezzo radiofonico da parte degli utenti.
Rispetto agli altri mezzi, però, la radio presenta delle peculiarità sia in termini di contenuti diffusi sia in termini di modalità di fruizione, che assumono rilevanza ai fini delle scelte di investimento degli inserzionisti.
Per questo, come Audiradio, intendiamo realizzare ricerche statistiche di tipo quantitativo e indagini censuarie volte alla misurazione dell’ascolto delle emittenti radiofoniche nazionali e locali italiane in modo oggettivo e imparziale.
Dinanzi all’estrema variabilità e mutevolezza delle componenti tecnologiche utilizzate dal consumatore, come audi radiofonica siamo, infatti, chiamati a rispondere prontamente a quell’esigenza di profilare il campione attraverso schemi più ampi rispetto a quelli tradizionali e “catturare” tutto l’ascolto inespresso delle radio, oggi disponibili su qualsiasi piattaforma di distribuzione e di diffusione”.
IA generativa cosa significa per il mondo che rappresenta?
“Una delle caratteristiche principali dell’AI è che essa non rappresenta un settore a sé stante, ma è destinata ad applicarsi trasversalmente a tutti i settori economici, avendo riguardo alle implicazioni dirette e ai rischi connessi alla diffusione di software e altri strumenti tecnologici fondati sul suo impiego.
Ciò, quindi, interessa inevitabilmente anche il settore radiofonico.
Disciplinare l’utilizzo dell’AI e le sue modalità di adozione nell’ambito di diversi contesti produttivi e socio-economici è ormai divenuto improcrastinabile.
L’AI – come noto – è stata oggetto di un regolamento europeo (AI Act) che costituisce il primo regolamento al mondo sull’intelligenza artificiale, nell’obiettivo di fissare un quadro normativo armonizzato e proporzionato per l’uso di questa tecnologia innovativa all’interno dell’Unione.
Il 20 marzo scorso, a livello nazionale, è stato approvato in Senato il disegno di legge sull’intelligenza artificiale, recante princìpi in materia di ricerca, sperimentazione, sviluppo, adozione e applicazione di sistemi e di modelli di intelligenza artificiale. L’intento è di promuovere “un utilizzo corretto, trasparente e responsabile, in una dimensione antropocentrica, dell’intelligenza artificiale, volto a coglierne le opportunit�”.
Proprio nel disegno di legge che ho citato ci sono spunti interessanti per regolare l’AI nel sistema della comunicazione, settore quest’ultimo per il quale vi è una particolare sensibilità in quanto la “posta in gioco” è molto alta, coinvolgendo i diritti fondamentali. Si toccano aspetti molto delicati, quali il pluralismo dell’informazione, la veridicità delle notizie, l’informazione di qualità, ma anche la tutela dei consumatori e il diritto d’autore.
A riprova di questa particolare attenzione verso il settore in questione, il ddl si occupa dell’uso dell’AI in materia di informazione, prevedendo la tutela della democraticità e del pluralismo dei mezzi di comunicazione. Il disegno contiene, altresì, una serie di misure da applicare con particolare riferimento all’ambito dell’informazione e alla connessa tutela del diritto d’autore.
Si tratta di una sfida complessa che induce a una riflessione più ampia, di carattere generale sul rapporto tra intelligenza artificiale e regole pubbliche.
Le regole sono essenziali per mitigare i rischi che questa tecnologia porta con sé, ma altresì per sfruttare appieno le potenzialità che è in grado di offrire in termini di progresso sociale ed economico per l’intera umanità. Il disegno dei Legislatori – europeo e nazionale – sembra andare proprio verso questa direzione: regolare l’intelligenza artificiale per consentire ai cittadini e alle imprese europee di utilizzarla al meglio in un ambiente quanto più possibile sicuro, trasparente e democratico”.
Come immagina il futuro dell’azienda (o del comparto) che rappresenta fra un biennio (o triennio)?
“I dati e le informazioni sulle audience sono indispensabili al corretto funzionamento e allo svolgimento delle negoziazioni finalizzate alla compravendita di pubblicità. L’intero sistema si avvale, infatti, dei servizi di misurazione sui diversi mezzi che incide, quindi, in modo determinante sulla valorizzazione delle inserzioni, nonché sulla valutazione del ritorno sugli investimenti effettuati e sulla pianificazione e ottimizzazione di quelli futuri.
L’introduzione di una misurazione più adatta ai processi multimediali costituisce un passo in avanti significativo e rispondente alle esigenze del mercato.
In questo contesto, si colloca l’introduzione del sistema SDK (Software Development Kit) nella misurazione degli ascolti radiofonici. Questo strumento che, rappresenta una vera innovazione, permette di superare i limiti dei modelli tradizionali e offre una visione più ampia dell’audience nella direzione della total audience, come del resto già avviene per la televisione.
Puntare su tale strumento ci consentirà sempre più di integrare gli strumenti di misurazione nei contenuti digitali indipendentemente dal device utilizzato per la fruizione del contenuto e di pervenire alla coerente attribuzione di tutte le audience rilevate”.
Quali sono le sfide che abbiamo davanti?
“Oggi l’attenzione è tutta rivolta alla tecnologia digitale, ormai divenuta una consolidata realtà. In Italia, il cammino verso una piena affermazione della radio digitale terrestre, dopo un incerto esordio sul quale ha pesato la scarsità di frequenze e la mancanza di una comunanza di intenti da parte delle componenti del settore radiofonico, ha preso definitivamente piede, anche grazie a una ponderata regolamentazione da parte dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che ha disciplinato la fase di avvio dei mercati radiofonici digitali come naturale evoluzione del mercato analogico già esistente.
Una radio digitale che si affianca, ma non sostituisce assolutamente quella tradizionale analogica che deve rimanere facilmente accessibile su tutte le piattaforme ibride, cruscotto delle auto in primis, ma anche smart speakers ad esempio.
Inoltre, se il consumo della radio avviene prevalentemente in mobilità e l’autoradio è il principale strumento utilizzato per l’ascolto, allora anche la radio digitale dovrà essere sempre più a bordo di ogni veicolo, come avviene stabilmente negli altri Paesi europei.
Come noto, l’art. 98-vicies sexies del Codice, già reca specifiche disposizioni sull’interoperabilità dei ricevitori autoradio e dei ricevitori radio di consumo e delle apparecchiature di televisione digitale di consumo, per cui tutti i ricevitori autoradio e le apparecchiature di televisione digitale di consumo debbano essere interoperabili. Senonché, pur in presenza di detto obbligo di installazione e di interoperabilità, in taluni casi si assiste ad una materiale impossibilità di adempiervi. Ciò si verifica specie in relazione alla diffusione in commercio di alcuni modelli di autoveicoli sprovvisti di apparecchi idonei alla ricezione di programmi radiofonici diffusi su frequenze terrestri in tecnica analogica e digitale. La mera installazione di un terminale dotato di software e applicazioni ad hoc possono permettere la ricezione di contenuti audio e servizi radiofonici solo via rete mobile e in streaming. Ne consegue l’impossibilità per il consumatore di disporre di un ricevitore radio per la fruizione gratuita sia di programmi broadcast, nonché DAB+.
In realtà, però, la radio, come anche la televisione, sono mezzi ancora in massima parte fruiti gratuitamente attraverso una distribuzione off line, terrestre o satellitare. Ritengo quindi necessario creare un mercato stabile dei ricevitori”.